Giorgio Napolitano è atteso alle 17 davanti al Parlamento in seduta
comune a Montecitorio dove giurerà dando così avvio al suo secondo
mandato.
Come già annunciato dallo stesso Napolitano, oggi preciserà i
termini "entro i quali ho accolto in assoluta limpidezza l'appello
rivoltomi" per un secondo mandato e "preciserò anche come intendo
attenermi all'esercizio delle mie funzioni istituzionali".
Il secondo settennato è frutto, infatti, di un accordo fra Napolitano e i
capi dei partiti che gli hanno chiesto la rielezione. Lunedì Napolitano
rivelerà “i termini” di questo accordo. Si tratterà probabilmente di
una presa di responsabilità per pochi mesi, forse un anno, poi il
presidente classe 1925 si dimetterà.
Il secondo mandato di Napolitano è incongruo con la prassi costituzionale da un punto di vista dell’oggettività storica: non è mai successo prima nella vita della Repubblica.
Dalla incongruità si potrebbe passare all’anti-costituzionalità sulla base di quanto stabilisce l’art. 139 e del comunicato emesso dall’ex Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il quale, quando gli fu prospettata nel 2006 l’ipotesi di un secondo mandato, negò la sua disponibilità: “Non ritengo, infatti, data l’età avanzata di poter contare sulle energie necessarie all’adempimento, per il lungo arco di tempo previsto, di tutte le gravose funzioni proprie del Capo dello Stato. A ciò si aggiunge una considerazione di carattere oggettivo, che ho maturato nel corso del mandato presidenziale: nessuno dei precedenti nove Presidenti della Repubblica è stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa. E’ bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato.“
Attendiamo quindi con impazienza di conoscere le motivazioni di un inaspettato(forse neanhe tanto!)Napolitano bis. Allora sapremo se in Italia esiste ancora la democrazia o se questa parola h assunto oramai altri significati.
Dalla incongruità si potrebbe passare all’anti-costituzionalità sulla base di quanto stabilisce l’art. 139 e del comunicato emesso dall’ex Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il quale, quando gli fu prospettata nel 2006 l’ipotesi di un secondo mandato, negò la sua disponibilità: “Non ritengo, infatti, data l’età avanzata di poter contare sulle energie necessarie all’adempimento, per il lungo arco di tempo previsto, di tutte le gravose funzioni proprie del Capo dello Stato. A ciò si aggiunge una considerazione di carattere oggettivo, che ho maturato nel corso del mandato presidenziale: nessuno dei precedenti nove Presidenti della Repubblica è stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa. E’ bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato.“
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