La
questura di Roma ha deciso di estendere di circa dieci metri la zona
rossa a Piazza Montecitorio. La disposizione, presa in seguito alla
sparatoria avvenuta di fronte a Palazzo Chigi, entrerà in vigore un'ora
prima dell'insediamento del nuovo governo, previsto per le 15. La misura
di sicurezza potrebbe essere adottata anche in futuro in altre
occasioni importanti.
Ad essere esteso è il
transennamento della piazza, ovvero lo spazio antistante l'ingresso di
Montecitorio che sarà interdetto anche ai pedoni. In quest'area potranno
passare solo ministri, cariche istituzionali, parlamentari i loro
collaboratori e dipendenti di Montecitorio. Rafforzata anche la presenza
nella piazza degli uomini delle forze dell'ordine.
Preiti disperato: "Cosa ho fatto?" - "Cosa ho fatto? Non lo so. Non so spiegare". Questo, secondo quanto si apprende, continua a ripetere agli agenti penitenziari che lo sorvegliano Luigi Preiti. Da ieri sera si trova nel carcere di Rebibbia, in isolamento, sorvegliato con una telecamera.
"Non riuscivo a mantenere mio figlio" - Agli agenti penitenziari, come volendosi giustificare del suo gesto, Preiti ha poi detto di non poter "più mantenere mio figlio, ero disperato". Chi lo ha visto lo descrive come un uomo "spaurito, con lo sguardo perso nel vuoto". Preiti alterna questi sfoghi a lunghi silenzi.
"Voglio vedere mio figlio" - Preiti, secondo quanto riferito dal suo legale, l'avvocato Mauro Denielli, ha espresso la volontà di incontrare il figlio 11enne, che risiede con la madre in Piemonte: "Voglio parlare con mio figlio", ha detto l'uomo dal carcere di Rebibbia. Preiti ha chiesto inoltre al suo difensore di poter avere degli occhiali per leggere: "Quando mi hanno sbattuto a terra si sono rotti - ha detto -. Sarebbe per me utile averli perché ho voglia di leggere".
Perizia su arma per capire se aveva già sparato - La Procura di Roma ha disposto una perizia tecnica sulla pistola, calibro 7,65, utilizzata nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi da Preiti. Si tratta di un accertamento "irripetibile", disposto in maniera urgente dal pm, con il quale si cercherà di risalire alla matricola dell'arma trovata abrasa e stabilire se in passato sia stata utilizzata per commettere altri reati. Parlando con il procuratore aggiunto, Pierfilippo Laviani, ieri Preiti, riferendosi all'arma, ha raccontato di aver acquistato la pistola clandestinamente quattro anni fa. Una versione sulla quale ora sono in corso accertamenti.
Giangrande, "moderato ottimismo" dei medici - Intanto la prognosi di Giuseppe Giangrande, il carabiniere ferito gravemente davanti a Palazzo Chigi, resta riservata. I medici tuttavia si dicono "moderatamente ottimisti": il bollettino del Policlinico Umberto I comunica che "resta sedato, intubato e ventilato meccanicamente e nelle prossime ore verrà fatta una valutazione clinica". "Il paziente in qualche modo interagisce. Le indicazioni sono per una reazione", ha aggiunto il direttore sanitario Amalia Allocca. Il medico non ha fatto previsioni sulla futura mobilità di Giangrande e ha sottolineato che "per ora la condizione neurologica non è valutabile".
Giangrande tenta di parlare con la figlia - "Mio fratello ha trascorso la notte tranquillamente, ha riconosciuto la figlia, l'ha vista. Ha mosso le palpebre. Ha cercato di parlare, ha tentato di rassicurarla come a dire vai a casa nulla è accaduto". Lo ha detto Pietro Giangrande, il fratello del brigadiere rimasto ferito.
Negri a Tgcom24: "Addolorato per il mio collega" - "Le condizioni sono stabili e il dolore è per il collega che non versa nelle mie stesse condizioni. Dovrò essere rioperato la prossima settimana. Psicologicamente sono molto provato, ma le visite che ricevo mi fanno tenere lontana l’attenzione da quanto accaduto ieri". E' il racconto fatto in esclusiva a Tgcom24 da Francesco Negri, l'altro militare ferito, che ha aggiunto: "Ci siamo resi conto solo quando siamo stati colpiti, non abbiamo avuto modo di vederlo o di poterci allertare".
"Era troppo pericoloso rispondere al fuoco" - Riferendosi al brigadiere Giangrande, ha detto: "Ciò che più mi preme in questo momento, oltre alla tensione che c'è nel Paese, sono le condizioni del mio collega. Lo conosco da tempo. Lui ha molta più esperienza di me, ma è una persona molto forte e giovanile. Qualsiasi dolore non può sfociare nella violenza gratuita. E' stata una vicenda assurda". E ancora: "Abbiamo fatto in modo di non usare le armi, date le circostanze. Anche se l'avevamo appena chiusa, in piazza Montecitorio c'erano tanti turisti e passanti, rispondere al fuoco sarebbe stato molto pericoloso".
Per Preiti il pm non chiederà la perizia psichiatrica - Per Luigi Preiti, l'uomo che ha sparato davanti Palazzo Chigi, la Procura di Roma non chiederà la perizia psichiatrica Il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola sono convinti che Preiti abbia agito nel pieno delle sue capacità, ma che la sua azione rientri nel comportamento di "un esibizionista". I magistrati depositeranno la richiesta di convalida del fermo per Preiti in cui si contestano i reati di tentato omicidio, porto e detenzione illegale e uso d'arma e munizioni, ma non è escluso che possano essere contestate anche alcune aggravanti tra cui quella di aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di pubblico servizio. L'interrogatorio di garanzia potrebbe essere svolto già nella giornata di domani.
Preiti disperato: "Cosa ho fatto?" - "Cosa ho fatto? Non lo so. Non so spiegare". Questo, secondo quanto si apprende, continua a ripetere agli agenti penitenziari che lo sorvegliano Luigi Preiti. Da ieri sera si trova nel carcere di Rebibbia, in isolamento, sorvegliato con una telecamera.
"Non riuscivo a mantenere mio figlio" - Agli agenti penitenziari, come volendosi giustificare del suo gesto, Preiti ha poi detto di non poter "più mantenere mio figlio, ero disperato". Chi lo ha visto lo descrive come un uomo "spaurito, con lo sguardo perso nel vuoto". Preiti alterna questi sfoghi a lunghi silenzi.
"Voglio vedere mio figlio" - Preiti, secondo quanto riferito dal suo legale, l'avvocato Mauro Denielli, ha espresso la volontà di incontrare il figlio 11enne, che risiede con la madre in Piemonte: "Voglio parlare con mio figlio", ha detto l'uomo dal carcere di Rebibbia. Preiti ha chiesto inoltre al suo difensore di poter avere degli occhiali per leggere: "Quando mi hanno sbattuto a terra si sono rotti - ha detto -. Sarebbe per me utile averli perché ho voglia di leggere".
Perizia su arma per capire se aveva già sparato - La Procura di Roma ha disposto una perizia tecnica sulla pistola, calibro 7,65, utilizzata nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi da Preiti. Si tratta di un accertamento "irripetibile", disposto in maniera urgente dal pm, con il quale si cercherà di risalire alla matricola dell'arma trovata abrasa e stabilire se in passato sia stata utilizzata per commettere altri reati. Parlando con il procuratore aggiunto, Pierfilippo Laviani, ieri Preiti, riferendosi all'arma, ha raccontato di aver acquistato la pistola clandestinamente quattro anni fa. Una versione sulla quale ora sono in corso accertamenti.
Giangrande, "moderato ottimismo" dei medici - Intanto la prognosi di Giuseppe Giangrande, il carabiniere ferito gravemente davanti a Palazzo Chigi, resta riservata. I medici tuttavia si dicono "moderatamente ottimisti": il bollettino del Policlinico Umberto I comunica che "resta sedato, intubato e ventilato meccanicamente e nelle prossime ore verrà fatta una valutazione clinica". "Il paziente in qualche modo interagisce. Le indicazioni sono per una reazione", ha aggiunto il direttore sanitario Amalia Allocca. Il medico non ha fatto previsioni sulla futura mobilità di Giangrande e ha sottolineato che "per ora la condizione neurologica non è valutabile".
Giangrande tenta di parlare con la figlia - "Mio fratello ha trascorso la notte tranquillamente, ha riconosciuto la figlia, l'ha vista. Ha mosso le palpebre. Ha cercato di parlare, ha tentato di rassicurarla come a dire vai a casa nulla è accaduto". Lo ha detto Pietro Giangrande, il fratello del brigadiere rimasto ferito.
Negri a Tgcom24: "Addolorato per il mio collega" - "Le condizioni sono stabili e il dolore è per il collega che non versa nelle mie stesse condizioni. Dovrò essere rioperato la prossima settimana. Psicologicamente sono molto provato, ma le visite che ricevo mi fanno tenere lontana l’attenzione da quanto accaduto ieri". E' il racconto fatto in esclusiva a Tgcom24 da Francesco Negri, l'altro militare ferito, che ha aggiunto: "Ci siamo resi conto solo quando siamo stati colpiti, non abbiamo avuto modo di vederlo o di poterci allertare".
"Era troppo pericoloso rispondere al fuoco" - Riferendosi al brigadiere Giangrande, ha detto: "Ciò che più mi preme in questo momento, oltre alla tensione che c'è nel Paese, sono le condizioni del mio collega. Lo conosco da tempo. Lui ha molta più esperienza di me, ma è una persona molto forte e giovanile. Qualsiasi dolore non può sfociare nella violenza gratuita. E' stata una vicenda assurda". E ancora: "Abbiamo fatto in modo di non usare le armi, date le circostanze. Anche se l'avevamo appena chiusa, in piazza Montecitorio c'erano tanti turisti e passanti, rispondere al fuoco sarebbe stato molto pericoloso".
Per Preiti il pm non chiederà la perizia psichiatrica - Per Luigi Preiti, l'uomo che ha sparato davanti Palazzo Chigi, la Procura di Roma non chiederà la perizia psichiatrica Il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola sono convinti che Preiti abbia agito nel pieno delle sue capacità, ma che la sua azione rientri nel comportamento di "un esibizionista". I magistrati depositeranno la richiesta di convalida del fermo per Preiti in cui si contestano i reati di tentato omicidio, porto e detenzione illegale e uso d'arma e munizioni, ma non è escluso che possano essere contestate anche alcune aggravanti tra cui quella di aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di pubblico servizio. L'interrogatorio di garanzia potrebbe essere svolto già nella giornata di domani.
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