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Enrico Letta: "Riforme, 18 mesi tempo giusto"

Fonte tgcom

"Dobbiamo iniziare le riforme strutturali". Lo ha detto il premier, Enrico Letta, intervenendo al Senato.                                                                                                                                             Servono tempi certi, 18 mesi per me sono un tempo giusto", ha spiegato Letta che ha parlato anche della Costituzione. "E' la più bella, ma nonostante abbia retto bene - sottolinea - dobbiamo cambiarla oggi rispetto alle esigenze della nostra società". 

 Il Senato ha approvato la mozione di maggioranza sulle riforme costituzionali con 224 sì, 61 no e 4 astenuti. La mozione impegna il governo a presentare entro giugno un ddl costituzionale che preveda una procedura straordinaria per la riforma della Costituzione. Stesso risultato alla Camera, con 436 voti a favore, 134 contrari e 8 astenuti. E' stata invece respinta - con 400 no, 139 sì e 9 astenuti - la mozione presentata dal deputato del Pd, Roberto Giachetti. La proposta, su cui i democratici erano fortemente divisi, prevedeva l'immediata abolizione del Porcellum e il ritorno al sistema elettorale del Mattarellum.


Diciotto mesi
- Nei prossimi 18 mesi "deve terminare un percorso di riforme complesso - lo sappiamo tutti - che però devono trovare una forte determinazione da parte nostra per fare bene e fare presto e far funzionare le istituzioni con un nuovo passo e una democrazia rinvigorita". Aggiunge il premier, Enrico Letta. "Questa può essere la legislatura costituente, finalmente. Quella di oggi - dichiara - è una occasione da cogliere fino in fondo", dopo tutte quelle perse in molti anni sul fronte delle riforme.

Quagliarello: "Riforme da fine settembre" - I 18 mesi indicati nella mozione della maggioranza come termine entro il quale approvare le riforme, ''decorreranno dall'approvazione del ddl costituzionale che modifica l'articolo 138'' della Carta, quindi ragionevolmente da fine settembre''. Così il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello risponde ai giornalisti che lo interpellano alla Camera. L'intenzione, spiega Quagliariello, è varare il ddl costituzionale che disegnerà il procedimento delle riforme nel tempo più rapido possibile: tre mesi.

"Stop a fingere di fare le riforme"
- Dicendo di essere qui oggi per dare "immediato seguito e applicazione all'impegno preso nel momento in cui si è chiesto a Napolitano di essere rieletto", Letta ricorda che il Presidente della Repubblica "chiese al Parlamento di esprimersi con il linguaggio della verità" legato al momento di crisi drammatica della politica. "Non è immaginabile che si continui facendo finta di niente che si finga di fare le riforme, di litigare sulle riforme da fare non combinando nulla", afferma il premier.

"Priorità è sistema che sappia decidere rapidamente" - Le riforme istituzionali sono una delle "più importanti riforme strutturali che l'Italia può fare" perché attualmente il Paese "non ha istituzioni che lo rendono capace di decidere", ed essere "capaci di decidere è il primo tema all'ordine del giorno". Per Letta abbiamo bisogno di "istituzioni che decidono più rapidamente per rendere il nostro Paese in grado di decidere, rafforzando la qualità della nostra democrazia che ha visto i nostri cittadini dare giudizi severi anche a noi".

"Ora percorso costituente per centralità Camere" - Adesso per il presidente del Consiglio parte un "processo costituente che coinvolgerà tutti e che rafforzerà la centralità del Parlamento", l'unico "pertugio" per andare avanti. Se non sarà così, se ci sarà una "inconcludenza" comune il governo non potrà che trarne le conseguenze.

"Riforme insieme, non contro qualcuno" - "Questa riforma va fatta non contro" qualcuno "ma insieme". "La legge elettorale va cambiata, sarà parte fondamentale del processo di riforme perché l'attuale legge non è giusta per le esigenze. Va cambiata ma sappiamo che dobbiamo far sì che sia un percorso fatto insieme con larga condivisione". Dopo aver sottolineato come l'astensionismo alle comunali sia stato un "drammatico campanello allarme", segno di un "drammatico distacco dalla politica", Letta rimarca come vada "ridata credibilità alla politica". A partire dalla riforma dei vecchi regolamenti parlamentari, già iniziata dal senatore Schifani. Un obiettivo per Letta "alla portata di tutti noi".

"Commissione Saggi non mortifica Parlamento" - Letta ribadisce la centralità del Parlamento nel percorso di riforme istituzionali. "Ritengo fondamentale che lo sforzo della commissione di saggi" per le riforme agevoli il lavoro del Parlamento senza "sovrapposizioni" e senza "mortificare lavoro" di deputati e senatori, dichiara.

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