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Il 28 per cento dei giovani tra i 35 e i 40 anni sopravvive con i soldi di mamma e papà!

 
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Oltre un quarantenne su quattro si mantiene grazie alla 'paghetta' dei genitori che aiutano finanziariamente i giovani italiani fino ad età avanzata. E' quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti/Swg su 'I giovani e la crisi', presentata all'Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti alla vigilia della presentazione del piano giovani del Governo, dalla quale si evidenzia che il 28 per cento dei giovani tra i 35 e i 40 anni sopravvive con i soldi di mamma e papà cosi come anche il 43 per cento di quelli tra 25 e 34 anni e l'89 con età tra 18 e 24 anni.
Da segnalare che - sottolinea Coldiretti - l'aiuto economico dei genitori continua anche per più di un giovane occupato su quattro (27 per cento) che non è comunque in grado di rinunciare al supporto finanziario dai familiari.

"La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini".

Lo conferma il fatto che il 51 per cento dei giovani vive con i propri genitori e, di questo, solo il 13 per scelta, mentre il 38 perché non può permettersi un alloggio proprio. In particolare, abita con mamma e papà il 26 per cento dei giovani tra 35 e 40 anni, il 48 di quelli di quelli tra 25 e 34 anni e l'89 per cento con età tra i 18 e i 24 anni.
La situazione è profondamente diversa per i giovani agricoltori, che nel 32 per cento dei casi vivono con i genitori perchè non possono permettersi un alloggio alternativo, ma nel 31 per cento dei casi lo fanno per scelta. Un atteggiamento che conferma i forti legami familiari che caratterizzano l'impresa agricola dove è particolarmente solido il rapporto intergenerazionale.
Un giovane su due pronto ad espatriareSono da molti definiti mammoni e bamboccioni, ma quali bamboccioni??
La metà degli italiani sotto i 40 anni (il 51%) è pronta a espatriare per motivi di lavoro e il 64% è disponibile a cambiare città. Il desiderio e la volontà di lasciare il paese accomuna studenti (59%), disoccupati (53%) e anche quelli che hanno già un lavoro.
E' molto alta la percentuale di giovani italiani, il 73%, che ritiene che il Belpaese non possa offrire loro un futuro. Una tendenza che si inverte, invece, guardando ai giovani agricoltori, la maggioranza relativa dei quali (45%) pensa che il nostro Paese possa offrire un futuro.
Un giovane su tre sogna un posto da spazzinoQuasi un giovane su tre (32 per cento) pur di lavorare farebbe lo spazzino, ma la percentuale sale addirittura al 49 per cento per quelli in cerca di lavoro e scende al 19 per gli studenti.
Il 34 per cento dei giovani accetterebbe un posto da pony express e il 31 da operatore di call center. Anche in questo caso per i disoccupati la percentuale sale al 49 per cento per il posto da pony express e al 39 da operatore di call center.
Oltre 4 giovani disoccupati su 10 (43 per cento) sarebbero disposti, pur di lavorare, ad accettare un compenso di 500 euro al mese a parità di orario di lavoro, mentre il 39 per cento sarebbe disposto a un maggiore orario di lavoro a parità di stipendio.

"L'analisi evidenzia un forte spirito di sacrificio delle giovani generazioni che li porta addirittura a rinunciare a diritti del lavoro fondamentali", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "questo non può essere consentito in un Paese civile come l'Italia che non può permettersi di rincorrere la competizione internazionale sul piano dei costi, soprattutto umani, ma deve puntare su una crescita sostenibile che valorizzi le distintività nazionali, creatività, cultura, ambiente, cibo e territorio".

Le prospettive negative sul futuro fanno sì che la situazione non cambi di molto tra gli studenti, che nel 39 per cento sono disponibili ad accettare uno stipendio ridotto a 500 euro al mese e nel 35 a lavorare più a lungo a parità di compenso. La situazione è profondamente diversa per i giovani occupati, che solo nel 7 per cento dei casi sono disponibili ad accettare lo stipendio ribassato mentre nel 23 per cento sono pronti a lavorare più a lungo.

Ma vi pare possibile che oggi la crisi sia così radicata da far sembrare ai giovani ( che proprio giovanissimi non sono se hanno 40 anni!!)una bella opportunità quella che in realtà è uno schifo di prospettiva?

E pensare che i nostri genitori potevano permettersi, se volevano, di sposarsi giovani e di ritrovarsi a 40 anni con la casa pagata ed i figli ormai quindicenni....oggi a quarantanni non solo non si ha una casa....non si ha un lavoro...e si è ancora troppo figli..per pensare a dei figli propri...
Crisi, sfiga o immaturità??Mah..mi sa..di tutto un po'.

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