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Sulle esigenze di genitori e strutture deve prevalere la tutela della personalità e della riservatezza dei minori".
Con questa motivazione ha vietato l'uso delle telecamere connesse a internet installate in un asilo nido privato di Ravenna. Una decisione che arriva a pochi giorni dal nuovo caso di violenza in un asilo di Roma.
Nel suo provvedimento il Garante ha
ricordato innanzitutto, anche in riferimento a quanto precisato dalla
Commissione europea, che "l'impiego di sistemi di videosorveglianza deve
risultare effettivamente necessario e proporzionato agli scopi che si
intendono perseguire, tanto piu' quando si tratta di dispositivi
particolarmente invasivi come le webcam".
L'installazione delle telecamere connesse a internet, per stessa ammissione dell'asilo nido, era finalizzata a venire incontro alla tranquillità dei genitori piuttosto che a salvaguardare la sicurezza dei minori.
Il collegamento telematico - inoltre sempre secondo l'autorità - non assicurava sufficienti tutele ai minori: in primo luogo, la visione da parte dei genitori non era limitata alle sole attività del proprio figlio, ma si estendeva naturalmente anche a quelle degli altri minori e agli insegnanti; in secondo luogo, il sistema non garantiva che anche altri, oltre ai genitori muniti di credenziali per l'accesso, potessero visionare le immagini: circostanza questa che apriva al possibile rischio che le immagini potessero poi essere registrate e usate anche a fini illeciti.
La privacy dei minori ha prevalso, quindi, sulla volontà della struttura di garantire ai genitori la possibilità di osservare il proprio figlio anche da casa.
L'installazione delle telecamere connesse a internet, per stessa ammissione dell'asilo nido, era finalizzata a venire incontro alla tranquillità dei genitori piuttosto che a salvaguardare la sicurezza dei minori.
Il collegamento telematico - inoltre sempre secondo l'autorità - non assicurava sufficienti tutele ai minori: in primo luogo, la visione da parte dei genitori non era limitata alle sole attività del proprio figlio, ma si estendeva naturalmente anche a quelle degli altri minori e agli insegnanti; in secondo luogo, il sistema non garantiva che anche altri, oltre ai genitori muniti di credenziali per l'accesso, potessero visionare le immagini: circostanza questa che apriva al possibile rischio che le immagini potessero poi essere registrate e usate anche a fini illeciti.
La privacy dei minori ha prevalso, quindi, sulla volontà della struttura di garantire ai genitori la possibilità di osservare il proprio figlio anche da casa.
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