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Sono trascorsi 21 anni dalla strage di Capaci, che il 23 maggio 1992 uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Per ricordare il sacrificio di quei servitori dello Stato, oggi Palermo è stato teatro d'incontri e manifestazioni alle quali hanno aderito migliaia di studenti provenienti da tutta Italia, nonché i maggiori rappresentanti delle istituzioni.
Stamattina al porto di Palermo sono arrivare due navi, ribattezzate Giovanni e Paolo, salpate ieri da Civitavecchia e Napoli, con a bordo circa 3mila studenti. Insieme a loro il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, il presidente Rai Anna Maria Tarantola, Nando Dalla Chiesa.
I ragazzi, una volta a Palermo, si son divisi in due gruppi; il primo diretto all'aula bunker, per un convegno sui temi della legalità; l'altro volto alle diverse piazze e parchi dedicati alle vittime della mafia.
In città presente anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, in raccoglimento alle 14.45 allo svincolo di Capaci dell'autostrada, per poi unirsi al corteo di ragazzi partito alle 16 dall'Aula bunker per raggiungere l'Albero Falcone.
«Le immagini dello spietato agguato restano indelebili nella nostra memoria".
Si apre così un messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Maria Falcone, presidente della Fondazione «Giovanni e Francesca Falcone», in occasione del 21.mo anniversario della strage di Capaci.
«L'Italia - prosegue Napolitano - fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l'esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti. Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell'ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale. L'impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali.
L'angoscia di quel giorno e il ricordo commosso del sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, addetti alla loro tutela ci siano da monito: la mafia va neutralizzata!!
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