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La consolazione degli esclusi: da Fini a Di Pietro

Poveracci....non hanno più un lavoro. saranno depressi, sfiduciati, anche un po' preoccupati: come faranno ora a pagare il mutuo o l'affitto??
Figuratevi se non li capisco ..io sono precaria da una vita!!(l'unico mestiere in cui, per fortuna, mi han assunta a tempo pieno  e con la necessità di qualche straordinario notturno è quello di mamma!!)
Come di chi parlo?
Certamente dei silurati della politica(è più elegante di trombati no?), di quelli che han preso un bel calcio nel sedere dagli elettori!!
ho un moto di solidarietà; poi mi informo un po', leggo qualche articolo di giornale, sento interviste tv e la mia iniziale solidarietà diventa sdegnosa rabbia.

Nessuna fila al centro per l'impiego, per loro nessun modulo da compilare scritto in burocratese, nessuna commissione dell'inps valuterà se saranno idonei all'iscrizione in mobilità in modo da poter essere assunti sempre a termine ma con sgravi fiscali.
Loro no, loro non seguiranno questa lunga, anche un po' umiliante trafila, loro avranno diritto alla buonuscita, per reinserirsi nel mondo dell'occupazione, naturalmente.
Il problema non è tanto la buonuscita, ci mancherebbe....mica si può privare un onesto lavoratore del proprio TFR. il problema è a quanto ammonta questa benedetta buonuscita.

Ecco qualche cifra. 


Gianfranco Fini è sicuramente uno dei nomi più illustri a lasciare le aule del Parlamento: era il Presidente della Camera uscente, e sedeva negli scranni romani da trent'anni ininterrotti, pssando da una idea all'altra.
Adesso il suo partito non ha raggiunto la soglia di sbarramento (si è volatilizzato) e quindi la sua carriera parlamentare ha subito uno stop.
Può "consolarsi" con una buonuscita di 300mila euro (certo tassata come il tfr).
Naturalmente, cosa ben nota, potrà continuare a respirare l'aria dei palazzi che contano a Roma e contare per altri dieci anni su un ufficio a Montecitorio e su un team di collaboratori , e ogni tanto potrà anche concedersi di usare un'auto blu.
Si tratta di soldi pubblici.

Non sarà più della partita nemmeno Antonio Di Pietro, in Parlamento dal 1997, da quando, cioè, venne eletto nel collegio del Mugello, in Toscana, per l'Ulivo, dopo elezioni suppletive a sostituzone del senatore Pds Pino Arlacchi (che era stato nominato vicesegretario generale dell'Onu). Anche lui può contare su una sommetta discreta.


Per tutti vale, comunque, la medesima cifra: 9.362 euro lordi per ogni anno di mandato.

Ma andrà sicuramente meglio a Roberto Formigoni, 18 anni da Presidente di Regione in Lombardia, dove la buonuscita viene calcolata con un'annualità lorda per ogni mandato di cinque anni: a spanne, un trattamento di fine rapporto fra i 450mila e i 500mila euro lordi.

C'è poi l'annosa questione dei vitalizi: cancellati quelli regionali, ma dal prossimo "turno". Così, c'è chi, come Teodoro Buontempo, deputato per cinque legislature, poi divenuto Assessore della Regione Lazio proprio prima che venissero aboliti, non rieletto alla Camera, potrà beneficiare di due contributi a vita.

Tutti soldi pubblici!!

E' proprio vero; come diceva mia nonna "A far bene si trova bene!!"

Però non ricordo esattamente, questi signori in politica cosa hanno fatto di così buono per il nostro paese???

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