Domenica 3 marzo 2013: Pier Luigi Bersani è ospite di Fazio a Che tempo che fa.
Il segretario del PD ripete che «la prima parola spetta al Pd, visto che abbiamo 460 parlamentari, il doppio della destra e il triplo di Grillo».
Non nasconde la delusione per quella sconfitta che non si aspettava. «Abbiamo perso perché abbiamo avuto un risultato sotto le aspettative», ripete.
Ma ribadisce anche che «ora serve un governo di cambiamento su un programma di otto punti.
ecco gli 8 punti:
1. corruzione,
2. conflitto di interessi,
3. costi della politica;
4. interventi sull'economia verde ;
5. nterventi immediati sull'urgenza sociale;
6. interventi positivi sull'economia; riabilitare il già costruito e non consumare più territorio;
7. diritti sulla cittadinanza e sulle coppie omosessuali;
8. scuola e diritto allo studio».
Si tratta, dice Bersani, di un programma «preciso,esigibile e limitato»: «Se non partiamo così - ha avvisato - difficilmente si potranno aggiustare le cose».
Mi rivolgerei a un Parlamento rinnovato per avere la fiducia. Da che parte verrà il sostegno? Da chi vuole cambiare qualcosa».
«Assumersi le proprie responsabilità vuol dire saper cambiare», dice, rivolto innanzitutto a Grillo e ai suoi «perché sia chiaro che con il Pdl non ho nessuna intenzione di fare accordi», chiarisce Bersani.
Interessante poi la parte sul finanziamento ai partiti.
Bersani tira fuori dal cilindro ancora una volta Clistene ( non è la prima volta già l'aveva fatto, per saperne di più cliccate su
http://www.corriere.it/politica/12_aprile_08/nuove-regole-in-pochi-mesi-nessuno-si-metta-di-traverso-maria-teresa-meli_1429dd06-8148-11e1-9393-421c9ec39659.shtml)
“Il finanziamento alla politica, da Clistene in poi, c’è sempre stato nelle democrazie per evitare plutocrazie, oligarchie e dominio” dice Bersani.
Il segretario del Pd aveva probabilmente in testa una pagina di Moses Finley dove si dice che c’è uno “stretto legame tra democrazia, partecipazione delle classi inferiori al governo e remunerazione per le funzioni pubbliche”.
Peccato che la “remunerazione per le funzioni pubbliche” non si riferisca ai politici di professione, che nell’antica Atene non esistevano bensì al pagamento di piccole somme al cittadino comune che veniva scelto per svolgere la funzione di giurato in un processo o che semplicemente partecipava all’assemblea.
Erano i poveri a venire incoraggiati dallo stato a partecipare alla democrazia, tassando le città conquistate o i ricchi.
Bersani dice che il finanziamento alla politica è necessario, ma dimentica che qualsiasi paragone tra la “democrazia degli antichi” e quella “dei moderni” è considerato fasullo almeno dai tempi del compianto Benjamin Constant, che scriveva due secoli tondi tondi or sono.
Guardo Bersani e nel vederlo e sentirlo parlare a tutto penso..... tranne che al rinnovamento; sembra un mediovecchio zio contadino appassionato di storia e filosofia. simpaticamente retorico e banale!!
ma non c'era nessun altro?
Va bene che han fatto le primarie ma ve li ricordate i candidati? una tristezza...il più allegro dei tristi era Renzi!!ma dai!
E mentre Bersani fa capolino alla TV di stato Grillo continua a rifiutare dichiarazioni alla stampa italiana concedendo però un'intervista al settimanale statunitense Time e al quotidiano New York Times.
Passera futuro premier, nessun sostegno a qualunque governo da parte del M5S e lo scopo di definire obiettivi legislativi entro maggio. Questi gli argomenti toccati da Beppe Grillo nelle due diverse interviste rilasciate rispettivamente a Wired e New York Times.
Il leader del Movimento dopo le interviste arriva a Roma, accolto da applusi e complimenti, per incontrare i 163 neoeletti insieme al guru Casaleggio. Vertice all'hotel Universo, in via Principe Eugenio, nei pressi della stazione Termini.
Povera Roma e pover Italia: il papa è andato via e sono arrivati i grillini!!!
Il segretario del PD ripete che «la prima parola spetta al Pd, visto che abbiamo 460 parlamentari, il doppio della destra e il triplo di Grillo».
Non nasconde la delusione per quella sconfitta che non si aspettava. «Abbiamo perso perché abbiamo avuto un risultato sotto le aspettative», ripete.
Ma ribadisce anche che «ora serve un governo di cambiamento su un programma di otto punti.
ecco gli 8 punti:
1. corruzione,
2. conflitto di interessi,
3. costi della politica;
4. interventi sull'economia verde ;
5. nterventi immediati sull'urgenza sociale;
6. interventi positivi sull'economia; riabilitare il già costruito e non consumare più territorio;
7. diritti sulla cittadinanza e sulle coppie omosessuali;
8. scuola e diritto allo studio».
Si tratta, dice Bersani, di un programma «preciso,esigibile e limitato»: «Se non partiamo così - ha avvisato - difficilmente si potranno aggiustare le cose».
Mi rivolgerei a un Parlamento rinnovato per avere la fiducia. Da che parte verrà il sostegno? Da chi vuole cambiare qualcosa».
«Assumersi le proprie responsabilità vuol dire saper cambiare», dice, rivolto innanzitutto a Grillo e ai suoi «perché sia chiaro che con il Pdl non ho nessuna intenzione di fare accordi», chiarisce Bersani.
Interessante poi la parte sul finanziamento ai partiti.
Bersani tira fuori dal cilindro ancora una volta Clistene ( non è la prima volta già l'aveva fatto, per saperne di più cliccate su
http://www.corriere.it/politica/12_aprile_08/nuove-regole-in-pochi-mesi-nessuno-si-metta-di-traverso-maria-teresa-meli_1429dd06-8148-11e1-9393-421c9ec39659.shtml)
“Il finanziamento alla politica, da Clistene in poi, c’è sempre stato nelle democrazie per evitare plutocrazie, oligarchie e dominio” dice Bersani.
Il segretario del Pd aveva probabilmente in testa una pagina di Moses Finley dove si dice che c’è uno “stretto legame tra democrazia, partecipazione delle classi inferiori al governo e remunerazione per le funzioni pubbliche”.
Peccato che la “remunerazione per le funzioni pubbliche” non si riferisca ai politici di professione, che nell’antica Atene non esistevano bensì al pagamento di piccole somme al cittadino comune che veniva scelto per svolgere la funzione di giurato in un processo o che semplicemente partecipava all’assemblea.
Erano i poveri a venire incoraggiati dallo stato a partecipare alla democrazia, tassando le città conquistate o i ricchi.
Bersani dice che il finanziamento alla politica è necessario, ma dimentica che qualsiasi paragone tra la “democrazia degli antichi” e quella “dei moderni” è considerato fasullo almeno dai tempi del compianto Benjamin Constant, che scriveva due secoli tondi tondi or sono.
Guardo Bersani e nel vederlo e sentirlo parlare a tutto penso..... tranne che al rinnovamento; sembra un mediovecchio zio contadino appassionato di storia e filosofia. simpaticamente retorico e banale!!
ma non c'era nessun altro?
Va bene che han fatto le primarie ma ve li ricordate i candidati? una tristezza...il più allegro dei tristi era Renzi!!ma dai!
E mentre Bersani fa capolino alla TV di stato Grillo continua a rifiutare dichiarazioni alla stampa italiana concedendo però un'intervista al settimanale statunitense Time e al quotidiano New York Times.
Passera futuro premier, nessun sostegno a qualunque governo da parte del M5S e lo scopo di definire obiettivi legislativi entro maggio. Questi gli argomenti toccati da Beppe Grillo nelle due diverse interviste rilasciate rispettivamente a Wired e New York Times.
Il leader del Movimento dopo le interviste arriva a Roma, accolto da applusi e complimenti, per incontrare i 163 neoeletti insieme al guru Casaleggio. Vertice all'hotel Universo, in via Principe Eugenio, nei pressi della stazione Termini.
Povera Roma e pover Italia: il papa è andato via e sono arrivati i grillini!!!
Commenti
Posta un commento